Ormai si sa, i miti sulla SEO diventano ogni anno più folli e sono sempre più strumentalizzati. Alcuni hanno basi reali, altri sono frutto di ricerche empiriche mai comprovate e basate su singole esperienze che lasciano il tempo che trovano.
A ciò si aggiunga il fatto che i motori di ricerca sono sempre più orientati alla “user experience“, quindi fortemente interconnessi con il mondo social. Il carattere mutevole intrinseco di questi media fa sì che ciò che può avere un senso oggi non ha lo stesso peso domani.
Di seguito abbiamo voluto raccogliere 10 fra i miti più in voga sulla SEO e parzialmente da sfatare.
Chi si accinge a mettere online il proprio sito web o lo sta modificando, in ottica di un miglior posizionamento per ben precise ricerche da parte del proprio pubblico target, è bene che ne tenga conto.
Mito 1: bisogna sottoporre gli URL ai motori di ricerca
Un tempo ciò poteva essere utile, ma ormai da 7 o 8 anni non è più necessario.
Mito 2: bisogna avere una sitemap di Google
Se il sito è fatto come si deve (struttura lineare a pagine facili da navigare sia per gli utenti che per i crawler, cioè quei robottini virtuali di Google e degli altri motori di ricerca che setacciano il web), non ce ne è poi così bisogno. Averla non fa male. Anzi. Ma non è questo che garantisce un miglior posizionamento nelle ricerche, semmai velocizza leggermente il processo di indicizzazione.
Mito 3: bisogna aggiornare il sito con frequenza
Gli aggiornamenti frequenti possono aumentare il tasso di “crawling” da parte dei motori di ricerca, ma ciò non si traduce in un miglioramento del ranking. Se gli aggiornamenti non sono organici e congruenti con i contenuti ed il target del sito, ciò può addirittura essere controproducente.
Bisogna quindi curare i propri contenuti ed essere coerenti per rafforzare la propria immagine e l’autorevolezza del sito, ma bisogna farlo con attenzione. Di fatto, alcuni siti con i migliori ranking su Google sono intatti da anni.
Mito 4: gli annunci PPC favoriscono/danneggiano i ranking
Questo è un pregiudizio comune e piuttosto buffo. Circa il 50% delle persone, che parla per sentito dire, è convinta che Adwords interessi i loro ranking naturali direttamente. Il posizionamento organico non è assolutamente influenzato dalle campagne pubblicitarie.
Semmai, tornando al discorso dei contenuti, se una campagna ha successo e gli utenti trovano ciò che cercano, è più facile che ritornino anche al termine di questa e favoriscano il “passaparola” o recensioni positive.
Mito 5: il sito sarà radiato se ignora le linee guida di Google
Le linee guida per i webmaster non contengono nulla di più che non dipenda dal semplice buon senso. Lavorate ai contenuti e alla struttura, come normalmente fareste per andare incontro ai vostri utenti, e tutto andrà bene.
Mito 6: sarà radiato se si acquistano link
Questo mito qualche fondamento reale lo ha. soprattutto se i link in entrata sono da domini quantomeno sospetti e con “anchor-text” di parole che poco hanno a che fare con i vostri contenuti o sono addirittura classificabili nel genere “porn” o gambling”.
Pertanto, se non si praticano attività al limite del lecito ma ormai arci-note come danno, tipo acquisto di link da siti di spammers, state tranquilli!
Mito 7: per ranking elevati bisogna usare H1 o altri tag header
Anche qui vale il buon senso. I tag H si possono usare se funzionano con il design del sito o dell’articolo che si scrive. Insomma, se hanno un senso con il sistema di gestione del contenuto, gli spider dei motori di ricerca, ma ancor più i lettori, li apprezzano. Ma non si deve ricadere nell’errore contrario di forzare la struttura dei contenuti per inserire a tutti i costi dei tag H.
Mito 8: le parole nel tag della meta-keyword devono comparire nella pagina
Ormai già solo parlarne non ha senso. Questo tag è totalmente ignorato da Google.
Anzi è bene ometterlo per non dare troppi spunti alla concorrenza che, con gli strumenti di analisi presenti oggi sul mercato, potrebbe monitorare anche questo tag.
Mito 9: il testo per la SEO deve essere almeno di 350 parole
Semplicemente fregatevene!
Un testo se funziona bene ed è apprezzato dai visitatori può essere anche di 200 parole. L’importante è che abbia un senso, fornisca informazioni utili e stimoli a rimanere sul sito (link ad argomenti affini).
Utilizzate quindi il numero di parole che ritenete necessario per il vostro testo, in modo tale che quest’ultimo possa contenere 3-5 frasi chiave.
Mito 10: l’ottimizzazione deve mirare alle keyword a coda lunga
Vero, non vero? Tutto dipende dall’argomento che si tratta e da chi si vuole attrarre.
Per loro natura le frasi a coda lunga non sono molto concorrenziali; ma, d’altro canto possono attrarre un pubblico selezionato e di qualità, se ben focalizzato. Vale anche in questo caso il buon senso: un buon bilanciamento tra 3 o 4 parole chiave a coda corta e un paio a coda lunga.
Come consiglio finale, mettete tutto alla prova. Anche se pare che funzioni, ricordate che potrebbe non sempre farlo o non farlo per siti apparentemente simili. La sperimentazione è alla base di tutto.
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Matteo Magaldi
Digital Marketing Specialist – Partner fondatore di WebCreAttivo